ripasso lezioni - diabete t1


TIPI DI INSULINA E GESTIONE



Il diabete di tipo 1 è una malattia cronica che si caratterizza per la carenza o l’assenza di produzione di insulina da parte del pancreas. L’insulina è un ormone fondamentale per il metabolismo dei carboidrati, in quanto permette alle cellule di utilizzare il glucosio come fonte di energia. In assenza di insulina, il glucosio si accumula nel sangue, provocando iperglicemia e danni a vari organi e tessuti.

La terapia del diabete di tipo 1 si basa sulla somministrazione di insulina esogena, cioè proveniente da fonti esterne al corpo. 

L’insulina deve essere iniettata sottocute, mediante siringhe, penne o pompe, in quanto se assunta per via orale verrebbe distrutta dagli enzimi digestivi.

Esistono diversi tipi di insulina, che si differenziano per l’origine, la struttura, la velocità e la durata d’azione. In base a questi criteri, possiamo distinguere:

  • Le insuline umane, che sono una riproduzione esatta dell’insulina prodotta dall’organismo umano.
  • Le analoghe dell’insulina umana, che sono insuline modificate chimicamente per alterarne le proprietà farmacocinetiche e farmacodinamiche.
  • Le insuline ad azione rapida o ultrarapida, che iniziano ad agire entro 15-30 minuti dall’iniezione e hanno una durata di 3-5 ore. Vengono somministrate prima dei pasti per coprire il fabbisogno insulinico legato all’assunzione di cibo. Esempi di insuline ad azione rapida sono: Humalog, NovoRapid, Apidra.
  • Le insuline ad azione intermedia, che iniziano ad agire dopo circa 90 minuti dall’iniezione e hanno una durata di 12-16 ore. Vengono somministrate una o due volte al giorno per coprire il fabbisogno insulinico basale, cioè quello necessario a mantenere la glicemia stabile tra i pasti e durante la notte. Esempi di insuline ad azione intermedia sono: Humulin I, Protaphane.
  • Le insuline ad azione lenta o ultralenta, che iniziano ad agire dopo alcune ore dall’iniezione e hanno una durata di 24-36 ore. Vengono somministrate una volta al giorno per coprire il fabbisogno insulinico basale. Esempi di insuline ad azione lenta sono: Lantus, Levemir, Tresiba.
  • Le insuline ad azione prolungata, che hanno una durata di oltre 40 ore e una cinetica piatta, cioè senza picchi di azione. Vengono somministrate una volta al giorno o ogni due giorni per coprire il fabbisogno insulinico basale. Esempi di insuline ad azione prolungata sono: Degludec, Glargine U300.
  • Le insuline miscelate, che sono composte da una combinazione di insulina rapida o ultrarapida e insulina intermedia. Vengono somministrate una o due volte al giorno per coprire sia il fabbisogno insulinico prandiale che quello basale. Esempi di insuline miscelate sono: Humalog Mix, NovoMix, Insuman Comb.



La scelta del tipo e della dose di insulina da somministrare dipende da vari fattori, tra cui: il peso corporeo, lo stile di vita, l’alimentazione, l’attività fisica, la presenza di altre malattie, la frequenza e la gravità delle ipoglicemie, il livello di emoglobina glicata, il monitoraggio della glicemia. La terapia insulinica deve essere personalizzata e adattata alle esigenze e alle preferenze del paziente, in collaborazione con il medico diabetologo e il team multidisciplinare.

La gestione dell’insulina richiede una buona educazione terapeutica del paziente, che deve imparare a: riconoscere e trattare le ipoglicemie, conteggiare i carboidrati, regolare la dose di insulina in base alla glicemia, al cibo e all’esercizio fisico, utilizzare correttamente i dispositivi di somministrazione e di monitoraggio, conservare adeguatamente l’insulina, prevenire le complicanze acute e croniche del diabete.

Spero che questo testo ti sia stato utile per comprendere meglio il tema della gestione dell’insulina per un diabetico di tipo 1. Se hai bisogno di ulteriori informazioni o chiarimenti, puoi consultare le seguenti fonti:


Esistono insuline in compresse, o che non richiedono iniezioni?


Purtroppo, al momento non esistono insuline in compresse 

o che non richiedano iniezioni. 

L’insulina è un ormone proteico che viene distrutto dagli enzimi digestivi 

se assunto per via orale 

Per questo motivo, l’insulina deve essere somministrata per via sottocutanea, 

mediante siringhe, penne, pompe o inalatori

Ci sono però delle ricerche in corso per sviluppare nuove forme di insulina 

che possano essere assorbite attraverso la mucosa orale o intestinale, 

senza essere degradate 

Queste potrebbero migliorare la qualità di vita dei pazienti diabetici, 

riducendo il numero e il fastidio delle iniezioni. 

Tuttavia, queste insuline sono ancora in fase sperimentale 

e non sono disponibili sul mercato

Pancreas artificiale, nuove soluzioni grazie alle tecnologie

Uno studio catanese conferma l’efficienza del sistema che riduce il rischio di ipo e iperglicemie

Mariano Campo

Oggi l’evoluzione tecnologica in ambito medico sta riscrivendo le regole anche della terapia del diabete mellito tipo 1.

È quanto emerge da uno studio pubblicato recentemente sulla rivista internazionale Diabetes Research and Clinical Practice dal titolo Glycometabolic Outcomes in Adult Type 1 Diabetic Patients Switching To Closed-Loop Systems.

Il lavoro, realizzato dal team endocrinologico del dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Catania (prof. Aldo Eugenio Calogero, dott.ssa Rossella Cannarella, prof.ssa Rosita Angela Condorelli, prof. Sandro La Vignera) e dal gruppo di Endocrinologia e Malattie Disendocrine del Centro Catanese di Medicina e Chirurgia (dott.ssa Concetta Finocchiaro e dott. Giuseppe Papa), lo ha confermato brillantemente.

«Il pancreas artificiale – affermano gli autori dello studio - oggi non è più una chimera, ma una realtà terapeutica. Abbiamo dimostrato che il passaggio da una terapia insulinica “tradizionale” con le multiple iniezioni giornaliere, tramite le “penne”, ad una terapia con sistemi tecnologicamente avanzati si associa ad un miglioramento sostanziale del compenso glicemico con contestuale riduzione del rischio di andare incontro a glicemie basse (ipoglicemie)».

«Tali strumenti sono costituiti da un microinfusore, che infonde insulina nel corpo, da un sensore della glicemia, che rileva il glucosio nel sangue costantemente, e da un algoritmo, il cervello pensante del microinfusore, che controlla la velocità con cui l’insulina viene infusa, allo scopo di evitare le ipo e le iperglicemie, mantenendo il profilo glicemico del paziente nell’intervallo voluto», aggiungono gli autori dello studio.



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